Grest estivo in Albania
Data pubblicazione: 5-feb-2012 16.25.37
Ricorderò per sempre l’estate duemilasei per l’esperienza che ho vissuto nel “Paese delle aquile”, una terra così vicina geograficamente ma così lontana per modi di pensare e tradizioni. Il 26 luglio 2006, insieme a Barbara, Lorenzo e Michela, sono partita per l’Albania, destinazione Shengjin.
Il viaggio è stato lungo ma divertente e ricco di sorprese, ci siamo fermati due notti a dormire in Croazia dove abbiamo approfittato per fare alcuni bagni, dato che il mare era veramente pulito ed abbiamo visitato Dubrovnik.
Nel pomeriggio del 28 luglio, dopo aver attraversato i boschi e le brulle colline del Montenegro siamo giunti a Shengjin, alla Missione delle Figlie del Sacro Cuore, dove ad attenderci c’erano suor Nicoletta, suor Fernanda, suor Rosa e suor Assunta.Shengjin è un paese potenzialmente bello: situato sul mare, dalla Missione basta attraversare la strada per essere in spiaggia, ha alle sue spalle le montagne ma, purtroppo, non tutti rispettano e apprezzano queste ricchezze naturali e lasciano l’immondizia ovunque. Mi ha colpito molto il fatto che ci siano ancora moltissimi bunker, anche in spiaggia. La gente è piuttosto povera ed alcuni vivono in baracche.
Le prime giornate sono state dedicate al corso formativo residenziale: le ragazze e i ragazzi albanesi, di età compresa tra i 16 e i 24 anni, erano davvero interessati e volenterosi ad apprendere. Io mi sono occupata della parte pedagogica del corso: prima di partire ero molto preoccupata, non mi sentivo all’altezza del compito che mi era stato affidato perché di solito sono abituata ad insegnare ai bambini, ma poi devo dire che è andato tutto bene.
Il 2 agosto sono iniziati i GRIVER, uno al “Centro Sacro Cuore” e l’altro a Ishull. Il Griver di quest’anno è stato dedicato alla storia di San Francesco d’Assisi, figura molto importante sia in Italia, in quanto nostro patrono, sia in Albania, per la presenza da secoli di numerosi religiosi francescani. I bambini, di età compresa tra i 3 e i 13 anni, erano circa un centinaio per ogni Griver. Non potete immaginare quanto fossi emozionata al pensiero di conoscere i bambini, li guardavo tutti e cento cercando di capire chi sarebbe stato in gruppo con me, incrociavo i loro sguardi, sorridevo a chi mi accennava un sorriso. La giornata iniziava con l’accoglienza e i bans, successivamente ci si raccoglieva tutti in preghiera, un momento importante perché oltre alle preghiere tradizionali e ai canti, i bambini esprimevano le loro intenzioni ringraziando il Signore Ci si suddivideva poi in gruppi per età e si incominciavano le attività manuali.
Verso metà mattina i bimbi venivano raccolti nei gruppi misti per età, al Centro Sacro Cuore le squadre erano tre, Sole, Luna e Stelle, e si iniziava il momento più divertente ed entusiasmante della giornata: anche noi educatori ci siamo divertiti a gestire i giochi e a parteggiare per una squadra piuttosto che un’altra. Con i bambini mi sono divertita tantissimo (come sempre!), ho trovato che fossero davvero riconoscenti, al mattino ci accoglievano sempre sorridenti, ci abbracciavano e questo per me è stato il ringraziamento più bello. Con alcuni di loro ho instaurato un rapporto speciale, mi sono affezionata come se li conoscessi da sempre e qualcuno mi ha anche chiesto se l’anno prossimo tornerò, cosa che mi ha fatto molto piacere.
Nel pomeriggio, insieme a tutti gli educatori e le educatrici, si programmavano le attività per la giornata successiva, era un momento di lavoro ma anche un modo per stare insieme, ridere e scherzare. Mi divertivo molto, per esempio, ad imitare le fans di Sphat Kasapi, un cantante albanese che lì spopola di brutto L’esperienza più bella e triste che ho vissuto è stata la visita insieme agli altri volontari, alla zona delle baracche dove abbiamo ritrovato alcuni dei bimbi che frequentavano il Griver: abbiamo improvvisato un mini-Griver giocando a calcio con i maschi, a rincorrere le bimbe e cantando insieme a loro. Nel tempo libero, la domenica, ci dedicavamo al riposo e alle escursioni in città mete turistiche nelle vicinanze: fra tutte mi è piaciuta particolarmente Kruja. A Scutari abbiamo assistito ad un matrimonio musulmano in una moschea.
Durante la sera, giocavamo a carte (a briscola mi sono giocata i turni per lavare i piatti con Luca), con giochi in scatola dove c’era sempre chi tentava di barare (forse non lo sapete ma a Verona il Monopoli ha un altro regolamento…), oppure cantavamo.Durante la nostra permanenza, tramite un tir, è arrivato tutto il materiale scolastico che era stato raccolto a giugno grazie alla generosità degli alunni e delle alunne dell’Istituto delle Figlie del Sacro Cuore di Bergamo.
Suor Nicoletta e le altre suore sono state felicissime dell’arrivo di questo materiale, per loro è molto prezioso e lo useranno con parsimonia Il 15 agosto, con un po’ di rammarico, la mia avventura è terminata: siamo andati a Tirana, la capitale, ed abbiamo preso un volo per Verona. Prima di intraprendere questa esperienza credevo che l’avrei fatto solo per un anno ma alla fine ho pensato che mi piacerebbe tornare anche l’anno prossimo (anche per andare al concerto di Sphat Kasapi.
Questa estate ho conosciuto tanti bambini simpaticissimi ma anche tante persone meravigliose: le educatrici e gli educatori albanesi che sono stati protagonisti dei loro Griver e mi hanno contagiato con il loro entusiasmo, i volontari italiani, tra i quali Stefano detto “Pisu” e Luca, che mi hanno aiutato e supportato in questa mia prima esperienza, le cuoche Wanda e Meri, che mi hanno preparato tante specialità trentine (tra cui lo strudel), le suore, che mi hanno accolto e fatto sentire come a casa miaGrazie di cuore veramente a tutti e … arrivederci a presto
Francesca