Estate 2003 : Griver a ishull Shengjin

Data pubblicazione: 5-feb-2012 16.23.25

Griver a Inshull Shengjin 29 luglio 16 agosto

Le testimonianze del secondo Grest ( in albanese Griver) tenuto a Ishull Shengjin

Barbara

Il 29 luglio ci siamo recati per la seconda estate consecutiva a Shengjin, dove ci attendevano 12 giorni di griver improntati sul racconto del Libro della Giungla.

E' stato bello ritrovare gli animatori già conosciuti lo scorso anno, vederli cresciuti e maturati, lo è stato ancor di più vedere nuove leve avvicinarsi per la prima volta a questo ruolo di cui abbiamo voluto sottolineare l'importanza e la bellezza.

Certo i nostri animatori, tra cui quattro ragazzi, sono molto giovani ma proprio su questo abbiamo voluto puntare senza paura di qualche pasticcio,di qualche giornata di non voglia o semplicemente col rischio di vederli giocare o disegnare con più entusiasmo dei bambini.

Siamo convinti che dar loro fiducia e renderli responsabili dei più piccoli sia stato un passo importante per la loro crescita e una spinta per gli impegni che avranno durante l'anno.

La giornata è stata organizzata in modo che al mattino i bambini, nei diversi gruppi, lavorassero ai laboratori mentre al pomeriggio divisi in fasce d'età si affrontassero in giochi di ogni tipo. Pensiamo che il riuscire ad insegnare giochi semplici ma diversi dal "solito" calcio sia stata una buona scelta pur talvolta un po' faticosa anche per il problema della lingua.

Così tra disegni, collage, realizzazioni in cartone, cartelloni...bans, balletti e un'ottima rappresentazione della storia si è giunti alla grande festa finale per la quale avevamo lavorato un pochino ogni giorno senza annoiare troppo ma facendo presente ai bambini che tutto ciò che facevamo nei vari gruppi avrebbe contribuito a realizzare qualcosa di grande e bello proprio perché tutti in questa "storia" avevano la loro piccola parte.

Come gruppo crediamo molto in questo stile d'animazione in cui tutte le proposte dei singoli vengono discusse, in cui chi segue i bambini dell'asilo sa cosa stanno facendo i ragazzi delle medie e viceversa, in cui le difficoltà si affrontano insieme. Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti e lo siamo anche di aver trasmesso per due anni di seguito ai nostri animatori albanesi questo stile in cui sono rimasti coinvolti, è stato bello non percepire più la distinzione tra gruppo di italiani e di albanesi ma sentirsi parte di un solo gruppo. Bellissima anche l'esperienza di condivisione con gli amici di Brescia, di Belluno e di Shengjin con i quali abbiamo trascorso giornate e serate indimenticabili tra canti, danze e giochi di abilità e cultura!!!

Non pensiamo esserci state vere difficoltà né aspetti negativi, è andato tutto talmente bene che al nostro ritorno ci siamo sentiti tutti un po' soli. Per ultimo un grazie mille a voi suore che ci avete accolto benissimo come sempre, che ci avete aiutato, che ci avete sopportato quando volevate dormire ma con la nostra "plaia" vi era impossibile farlo, grazie perché ancora una volta ci avete fatto sentire a casa.

Michela

Eccomi di nuovo a Shengjin ed ecco ad accoglierci le nostre quattro suore... per un anno intero ho aspettato di tornare in Albania, per 12 lunghi mesi ho ricordato gli incontri, le amicizie, i volti sorridenti dei bambini ed ora, finalmente, sono di nuovo qui a vivere l'esperienza del griver. E' veramente difficile esprimere quello che ho nel cuore e spiegare cosa mi abbia spinto a tornare senza più quei dubbi che lo scorso anno avevano accompagnato la mia decisione. Ciò che provo è un insieme di sentimenti legati fra loro: il rapporto con le suore proseguito a distanza ma sempre vivo e importante, l'accoglienza e la gioia che i ragazzi e gli animatori albanesi mi hanno trasmesso, la serenità vista negli occhi dei bambini, il desiderio di crescere con valori forti e grandi, la stanchezza sul volto degli anziani che osservano i cambiamenti restando a guardare sul ciglio della strada cosa sarà della loro terra convinti di non volerla abbandonare comunque vadano le cose, la voglia di studiare dei giovani per migliorarsi e poter aiutare a migliorare il Paese e, nel momento in cui si rendono conto che questo non è facile, il desiderio che nasce nel loro cuore di scappare dalla realtà nella speranza di trovare qualcosa di meglio.

Tutto ciò mi aveva già colpito lo scorso anno e quest'estate ne ho avuto la conferma: i sentimenti che si mischiano in me forse rispecchiano semplicemente la confusione che c'è in questa terra.

Certe volte mi fa paura ripensare a queste mie esperienze estive perché mi rendo conto quanto io sia cambiata rispetto a quando guardavo alla gente albanese con un po' di sospetto e paura.

Eh si, è vero che gli incontri cambiano la vita e io ne ho fatti tanti e proprio grazie ad essi ho imparato a guardare oltre, a non fermarmi nel mio piccolo e a vedere le cose senza cadere troppo facilmente nel pregiudizio. Giudicare una realtà senza conoscerla è facile.

In Albania come nel resto del mondo c'è la persona onesta e quella disonesta, chi ha voglia di lavorare e chi no, chi crede nel futuro e chi non ha speranza.

A me l'esperienza ha donato la voglia di lasciarmi coinvolgere dalla realtà che ho conosciuto, il grande desiderio di offrire un po' del mio tempo e la bellezza di tanti nuovi incontri.

Lo scorso anno Sr. Lorenza ci disse di imparare ad accogliere a "cuore aperto", forse non sono ancora in grado di farlo completamente ma sono certa che il suo sia un ottimo consiglio e insegnamento.

Un mio augurio: qualsiasi esperienza sceglierete di fare, ricordatevi di lasciarvi coinvolgere...vi arricchirà, ne sono certa!

Fabio

Mi chiamo Fabio, ho 21 anni è quest'anno ho avuto la possibilità di vivere insieme ad altre ragazze e ragazzi di Brescia, Bergamo e Belluno un'esperienza di volontariato in Albania. Si è trattato di animare un grest insieme a un gruppo di animatrici Albanesi. Siamo stati ospitati presso il centro delle Suore del Sacro Cuore a Inschull Shengjin.

L'esperienza è durata circa 2 settimane e il grest era rivolto a bambini/e e ragazzi/e in una fascia di età che andava dall'asilo fino a ragazzi di 15/16 anni.

Il filo conduttore è stata la storia del libro della giungla. Una giornata tipo era la seguente: sveglia alle 7.30 colazione e poi partenza insieme alle animatrici albanesi per arrivare verso le 8.30 alla scuola dove abbiamo tenuto il grest. Dopo un momento di preghiera e alcune note organizzative davamo inizio al grest con una scenetta (tratta dal libro della giungla) al termine della quale avevano inizio le attività e i giochi veri e propri. Tutti i bambini sono stati suddivisi in classi per fasce di età. Alle 11 aveva fine la mattinata a cui seguiva un breve momento di verifica per poi riprendere le attività dalle 16.30 alle 18. Al termine del grest si tornava al centro e si stava allegramente insieme pensando anche a preparare il materiale necessario per il giorno dopo.

Quest'esperienza mi ha dato davvero tanto. Ho dentro di me tante immagini. Ricordo le suore del Sacro Cuore semplici generose e disponibili che stanno dedicando la loro vita alla causa Albanese, sono un sostegno e un riferimento fermo per tutta quella gente. Ricordo il disarmante sorriso di Suor Rosa che un giorno ci aveva detto con la massima semplicità: "Io sono venuta in Albania perché il mio Sposo è qua. E io non potevo non seguirLo!". Ricordo i cancelli del centro, sempre aperti per accogliere bambini uomini e donne. Ricordo Suor Assuo gli stessi nostri sogni e speranze. Studiare, viaggiare, un amore felice... Sogni davvero difficili da realizzare oggi come oggi in Albania. Sogni sussurrati, sogni custoditi in fondo a un cassetto per non essere sciupati da una realtà che va in tutt'altra direzione.

Ora sono tornato a casa con tanto su cui riflettere. Innanzitutto un grande richiamo al mistero e a me stesso. Perché è proprio vero allora che nella vita non c'è nulla di scontato. A volte mi fermo a guardare l'orizzonte e ricordo quei milioni di persone che ogni giorno lottano per rimanere in vita sorretti solo da una fievole speranza. Perché io ho tutto questo? Perché io posso studiare sognare e crescere in serenità e loro no? Comnta che trascorreva tutta la giornata ad animare insieme a noi. La vedo ancora girare per le classi instancabile o mentre da sola manda via alcuni ragazzi che cercavano di entrare nella scuola per guardare le ragazze e disturbare i più piccoli. E penso ai ragazzi della classe che animavo. Erano i più grandi è spesso facevo davvero fatica a tenerli. Poca educazione, poca cultura e dietro tutto questo una famiglia disinteressata al loro destino. Sono cresciuti in strada. Molte volte ho alzare la voce ma rimanevo stupito di come si calmavano appena gli davo una pacca sulla spalla dimostrandogli che ero loro amico e che se li sgridavo era per il loro bene. Era stupendo perché quell'aria da duri improvvisamente svaniva ed emergeva il loro cuore, disperatamente assetato di un po' di affetto e di un amicizia. E come non pensare a tutte quelle ragazze Albanesi che abbiamo conosciuto animando il grest. Ci hanno stupito per la semplicità e il sorriso con cui ci hanno accolti. Si sono subito avvicinate a noi e ci cercavano. Cercavano noi! Ci siamo aperti gli uni con gli altri e siamo rimasti meravigliati dalle loro storie e dalle storia del loro paese. Un storia difficile fatta di guerre, regimi e di una povertà economica e culturale che pesa come un macigno sulla vita di tutte quelle persone. Gli interessi personali dominano ancora su quelli collettivi e la società è intrisa di regole e tradizioni che limitano fortemente la libertà delle persone e specialmente delle donne. I matrimoni spesso sono ancora "costruiti" dalle famiglie e per questo motivo ragazzi e ragazze non posso frequentarsi pubblicamente. Se lo fanno rischiano punizioni esemplari. Le donne sono in genere ridotte a un oggetto conteso, con pochissimi diritti nella società come nella famiglia dove è ancora la figura dell'uomo a dominare. Le stesse animatrici che frequentavamo erano alle prese con queste problematiche. Ragazze della nostra età che hanno gli stessi nostri sogni e speranze. Studiare, viaggiare, un amore felice... Sogni davvero difficili da realizzare oggi come oggi in Albania. Sogni sussurrati, sogni custoditi in fondo a un cassetto per non essere sciupati da una realtà che va in tutt'altra direzione.

Ora sono tornato a casa con tanto su cui riflettere. Innanzitutto un grande richiamo al mistero e a me stesso. Perché è proprio vero allora che nella vita non c'è nulla di scontato. A volte mi fermo a guardare l'orizzonte e ricordo quei milioni di persone che ogni giorno lottano per rimanere in vita sorretti solo da una fievole speranza. Perché io ho tutto questo? Perché io posso studiare sognare e crescere in serenità e loro no? Come è ingiusto trovarsi di fronte a una vita fatta di privazioni e di tormenti solo perché "sono nato qua anzi che là".. La vita si vive solo una volta e per questo bisogna lottare ogni istante per essa e per la vita di chi è stato più sfortunato. Dio ha un progetto che noi non possiamo ancora comprendere. Ma abbiamo un cuore per "sentire qual è la strada" e una libertà per scegliere questa strada. Questo è solo qualcosa di quello che il popolo albanese mi ha dato... GRAZIE.